Un seminario a Roma
(Articolo di Fabio Salemi, tratto da La Sicilia, domenica 2 agosto 1998).
-si è parlato anche di Beni archeologici sommersi, nel corso di un seminario dal titolo "Prospettive di Sviluppo del Mediterraneo" promosso dall'Ordine degli Ingegneri di Roma. E' stata un'occasione per parlare di salvaguardia e al tempo stesso rilancio del Mediterraneo, alla presenza del presidente degli industriali Giancarlo Abete, di Antonio Baldassare, presidente emerito della Corte Costituzionale e di altre personalità tra le quali l'Ispettore Onorario dell'Assessorato ai Beni Culturali, Domenico Macaluso. La discussione si è incentrata sulla delicata questione del diritto di recupero e di proprietà dei beni archeologici sommersi, dopo le vicende dello scorso anno relative al recupero di 115 reperti nel canale di Sicilia da parte dell'oceanografo Robert Ballard che ha potuto contare sul prezioso aiuto di un sommergibile. Nel suo intervento, Domenico Macaluso ha rimarcato le potenzialità del Mediterraneo per le notevoli risorse che sono patrimonio ed eredità culturale dei Paesi che vi si affacciano, ha proposto un utilizzo nuovo dei mezzi che fino a questo momento sono stati usati per compiere razzie dei fondali del mare, indicando la via di un turismo che utilizzi questi mezzi tecnologici per visite virtuali e fisiche dei siti, senza comprometterne la bellezza e l'integrità. Sulla base di queste proposte, a ottobre, in occasione della quinta conferenza delle regioni del Mediterraneo e del Mar Nero, verranno richiesti precisi provvedimenti legali volti alla salvaguardia di questo prezioso e delicato patrimonio.-
Il Seminario di Roma, dunque ha dato il via, ad una serie di incontri, dove i rappresentanti di tutte le nazioni aderenti all'UNESCO, si sono confrontati, non sempre serenamente, sulla gestione del patrimonio culturale che giace oltre le acque territoriali di una nazione. Clamoroso è stato il fallimento della conferenza di Parigi del 2000, dove le proposte inaccettabili presentate da alcuni Stati, avevano provocato il veto di molte altre nazioni: finalmente nel novembre 2001, si è raggiunto un accordo, che se non perfetto e soddisfacente in modo completo, almeno rappresenta un traguardo fino a qualche anno fa impensabile.
L'importantissimo seminario di Roma, era volto ad individuare principi etici e modalità operative, finalizzati a perseguire il recupero culturale, ecologico e socioeconomico del sistema Mediterraneo-Mar Nero, nonché a riproporre l'Italia quale punto di riferimento della mediterraneità. Per questo, ai lavori del simposio, trasmessi via satellite all'Esposizione Universale di Lisbona, avevano partecipato diversi esperti di Diritto, di Storia e di Economia, come il presidente degli Industriali di Roma, Giancarlo Abete, il Capo Servizio del Contenzioso Diplomatico del Ministero degli Esteri, Umberto Leanza, il presidente della Commissione Italiana di Storia Militare, Ammiraglio Mario Buracchia ed il prof. Mario Pavan dell'Università di Pavia.
Nel corso del seminario, furono trattati diversi argomenti: l'individuazione di aspetti giuridici e normativi, volti ad unificare regole e comportamenti nell'aerea mediterranea, fu il tema affrontato dal prof. Antonio Baldassare, presidente emerito della Corte Costituzionale; il prof. Mario Pavan, dell'Università di Pavia, analizzò il delicato problema della compatibilità dell'attività umana sull'equilibrio ecologico nel Mediterraneo ed il prof. Umberto Leanza, discusse sull'esigenza di creare nuove regole giuridiche per perseguire lo sviluppo sostenibile del Mediterraneo. Sulla delicata questione del diritto di recupero e della proprietà dei beni archeologici sommersi, apertasi dopo la missione dell'oceanografo Robert Ballard nel Canale di Sicilia del 1997, Domenico Macaluso, affrontò il problema del Diritto internazionale del Mare, per il settore dell'Archeologia Subacquea; dopo aver sottolineato che i beni culturali che giacciono nei nostri mari, sono patrimonio ed eredità culturale dei Paesi che si affacciano nel bacino del Mediterraneo, rimarcando la grande potenzialità che questi tesori potrebbero offrire, se correttamente valorizzati.
In quella sede, nel corso di un'intervista radiofonica trasmessa in diretta da Radio-Rai, ha anche parlato delle recenti scoperte archeologiche effettuate in Sicilia (come il Fauno danzante di Mazara ed i piatti tardo-romani di Seccagrande), sottolineando l'enorme ricchezza dei nostri mari (nella foto il Fauno danzante, subito dopo il recupero).
Infine nella mozione finale, ottenne che all'ordine del giorno dei lavori della V Conferenza delle Regioni del Mediterraneo e del Mar Nero (ottobre 1998), venisse incluso un dibattito, per trovare concreti provvedimenti legali, volti alla salvaguardia di questo delicato e prezioso patrimonio".