L'operazione di prelievo di circa 115 preziosi reperti archeologici dal Canale di Sicilia, ad opera del famoso oceanografo statunitense Robert Ballard, aveva scosso nel corso dell'estate del 1997, le coscienze di politici archeologi, giuristi, ma anche della gente comune, dei Paesi che si affacciano sul Mediterraneo. Domenico Macaluso, dopo avere visto alla televisione le "eccezionali" immagini del saccheggio, si era attivato in una serie di iniziative, come la denuncia dell'operazione al governo italiano ed agli organi di stampa: a sollevare un'ondata di proteste nei confronti di Ballard, dotato addirittura di un minisommergibile nucleare (NR-1,foto in alto) della Marina Militare USA, fu proprio una intervista di Macaluso su la Repubblica ed una serie di articoli che scrisse su Archeologia Viva, e su Mondo Sommerso. Il suo atto d'accusa di saccheggio fu dichiarato in diversi convegni e conferenze, soprattutto internazionali. Il risultato eccezionale, fu la proposta di risoluzione di condanna nei confronti di queste operazioni di prelievo indiscriminato di reperti, formulata nel corso del IV Forum sull'eredità Marittima del Mediterraneo a Malta, dove non solo la risoluzione venne redatta ed inviata all'UNESCO, ma fu sottoscritta da tutti i partecipanti, compresa la rappresentante della Gran Bretagna, la famosa archeologa Honor Frost: si consideri che sul sommergibile statunitense, l'archeologa responsabile del recupero, che affiancava Ballard, era l'inglese Anna Marguerite Mc Cann. Ma il risultato straordinario raggiunto dopo queste iniziative, è stata la sospensione di un'analoga operazione di sottrazione di reperti, in una campagna prevista per il 1998, la creazione in Sicilia del GIASS, ma soprattutto una seri di incontri internazionali a Parigi, tra esperti di Diritto, che il 2 novembre 2001, hanno raggiunto un accordo ed hanno redatto una convenzione per la tutela del patrimonio storico subacqueo! |
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